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Sulle donazioni c’è un buon terreno per un’intesa

Enzo Carra: "In Italia se doni vieni tartassato. Un metodo che penalizza chi crea, nel sociale e nell’arte".

di Ettore Colombo

Enzo Carra, già portavoce della segreteria Dc ai tempi di Arnaldo Forlani, poi capo della segreteria politica dell?Udeur, oggi responsabile del dipartimento Cultura della Margherita, nonché giornalista professionista (mestiere che rimpiange), è una persona di una squisitezza rara che incontriamo in un ufficio caldo, accogliente e ricco di libri e quadri, che si trova di fronte – ironia della sorte – alla sede dell?Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Carra salì clamorosamente alla ribalta della cronaca dieci anni fa, al tempo del processo Enimont: arrestato, venne condotto in carcere in manette e in diretta tv. Pochi giorni dopo venne scarcerato. Dopo anni non solo si è ricostruito una carriera politica di tutto rispetto, ma è rimasto attento e disponibile al confronto sui mali della giustizia e quelli della politica. Riformista convinto, nel dialogo tra i Poli crede, ma con cautela.
Soprattutto Carra è uno che, alle proposte bipartisan, ci sa lavorare di cesello. Come quella sull?arte contemporanea, che ha avuto un enorme successo tra gli addetti ai lavori e che è ricca di punti di contatto e similitudini con la +Dai -Versi, dal punto di vista dell?approccio e della proposta.
Vita: Cosa c?entra la sua proposta di legge sull?arte con la +Dai -Versi?
Enzo Carra: Il metodo della ricerca di larghe intese, e lo strumento, la leva fiscale, sono simili. In Italia se doni, vieni tartassato. Serve invece un sistema certo ed equo che non premi l?illegalità ma favorisca la liberalità delle donazioni.
Vita: Ci spieghi meglio.
Carra: Per reggere il confronto sul campo artistico internazionale all?Italia servono pari opportunità, e finché non vi sarà un adeguamento fiscale del mercato a quello internazionale, il settore resterà penalizzato. Il bisogno di una proposta legislativa era di tutto il mondo dell?arte: da qui il suo successo. La Margherita ha offerto a tutto il Parlamento, senza pregiudiziali, una soluzione alla domanda di tutte le parti in gioco del circuito ?arte? (artista, gallerista, collezionista, istituzioni). Il giovane artista, come il gallerista, va aiutato attraverso agevolazioni fiscali e culturali. E va incentivata la circolazione delle opere con una disciplina fiscale che permetta ai primi di aiutare gli artisti a farsi conoscere, ai secondi di donare.
Vita: Passiamo alle possibili intese bipartisan sulle grandi questioni. Giustizia e risparmio, per dire?
Carra: Rutelli, per la Margherita, partendo da una cultura liberale, ha fatto proposte aperturiste sulla giustizia fatte passare per un attacco ai magistrati che «non lavorano». Invece chiediamo criteri di valutazione certi e oggettivi per i magistrati. Il dialogo c?è, è ripartito e la rinuncia allo sciopero da parte dell?Anm lo dimostra. Certo è che la giustizia non può vivere di stress e rotture continue, né ci possiamo affidare alla concezione della ?legalità personale? che ha della giustizia il premier. Le interviste di Casini, Tremonti e Moratti sono importanti: la stagione dei veleni è giunta al culmine. Ma Casini a parte, gli altri due sono esperti diretti di blindature e chiusure, mi sembra, quindi questa offerta di dialogo voglio verificarla nei fatti. Sul risparmio, ad esempio, sono curioso di verificare il quadro in cui si va a inserire la proposta di Tremonti, che guida un ministero dal peso smisurato: è troppo comodo, troppo semplice e troppo tardi chiedere un dialogo ora. Ma anche l?opposizione ha le sue responsabilità: non basta attaccare Berlusconi o parlarne male, bisogna anche saper dialogare.

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